Il ruolo del medico competente nella gestione del rischio da movimentazione manuale dei pazienti
La movimentazione manuale dei pazienti è sicuramente una delle principali cause di infortuni e malattie professionali per il personale, che svolge attività di assistenza all’interno di strutture sanitarie. Per limitare l’incidenza di tale rischio risulta fondamentale l’apporto di due elementi cardine del sistema sicurezza: la prevenzione ed il medico competente.
Per quanto riguarda la prevenzione bisogna subito sottolineare come essa non sia di facile applicazione. L’assistenza ai degenti, infatti, implica delle criticità particolari che sono difficilmente eliminabili. Un esempio su tutti è costituito dal paziente, ossia un soggetto che presenta caratteristiche ed esigenze differenti non solo rispetto a tutte le altre tipologie di carichi, ma anche rispetto alle persone sane.
A seconda del livello di disabilità motoria, i pazienti possono essere suddivisi in due categorie:
- Pazienti collaboranti: soggetti in possesso di limitata capacità di movimento
- Pazienti non collaboranti: soggetti che non possono effettuare movimenti né con gli arti superiori né con quelli inferiori.
Questa suddivisione risulta importante nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali del personale infermieristico. Infatti, a seconda della tipologia del paziente, possono essere utilizzate delle attrezzature per il sollevamento (traverse, trapezio, tavola di trasferimento, sollevatore meccanico) che costituiscono un valido ausilio per gli operatori. Ai fini della prevenzione risulta,inoltre, fondamentale il ruolo dei corsi di addestramento, come strumento di apprendimento delle tecniche più idonee per la movimentazione dei disabili.
Passando ad analizzare la valenza del medico competente nella gestione del rischio da MMP, (movimentazione manuale pazienti) non si può non tenere conto di alcune criticità. Secondo quanto emerso in un interessante convegno promosso dal PSAL della ASL di Milano l’attività dei medici competenti all’interno delle strutture sanitarie può andare incontro alle seguenti problematiche:
- Scarsa considerazione del contributo del medico competente nella valutazione dei rischi e nell’individuazione delle misure di prevenzione;
- Scarsa applicazione e poca chiarezza dei giudizi di idoneità forniti dal medico competente.
Questi due elementi forniscono un valido input per definire le cause, che rendono la movimentazione manuale dei pazienti, la fonte di oltre metà degli infortuni del comparto ospedaliero:
- Sottostima dell’indice MAPO (indice sintetico per la valutazione del rischio nella Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati);
- Basso rapporto tra numero di operatori e numero di pazienti non autosufficienti;
- Problemi organizzativi: mancanza di personale; urgenze; turni notturni;
- Errata valutazione dei tempi di lavoro;
- Mancata evidenza dei compiti a rischio per i lavoratori con giudizio di idoneità limitata;
- Mancato rispetto dei giudizi di idoneità da parte dei dirigenti e dei preposti;
- Scarso coinvolgimento nell’organizzazione del lavoro nei confronti degli operatori con giudizio di idoneità limitata, da parte dei dirigenti, dei preposti e dei colleghi.
- Carenza di attrezzature per la movimentazione dei pazienti;
- Inadeguatezza dei programmi di formazione ed addestramento specifici;
- Scarsa integrazione delle figure della sicurezza (medico competente, RLS, RSPP, ecc…) con dirigenti e preposti.
Uno strumento molto utile per limitare l’incidenza degli infortuni da movimentazione manuale dei pazienti, è costituito dalla mappatura del rischio da MMP, da intendersi come un processo costante che, attraverso una fase iniziale di censimento e successive fasi di verifica, si ponga come obiettivo finale la realizzazione di programmi di miglioramento condivisi.
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