Sicurezza sul lavoro: buone prassi per il contrasto dei rischi psicosociali
I rischi psicosociali e lo stress sono tra i fattori maggiormente diffusi negli ambienti lavorativi. E’ opportuno, pertanto, che i datori di lavoro siano pronti ad attuare le misure necessarie a contrastare tali rischi e a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro dei propri collaboratori.
A tale scopo può essere utile fare riferimento a quanto riportato nella “Guida elettronica sulla gestione dello stress e dei rischi psicosociali” realizzata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. All’interno della guida, infatti, sono fornite, ai datori di lavoro, una serie di buone prassi su: come gestire i rischi psicosociali, su quali misure di contrasto adottare e su come promuovere la partecipazione e la salute dei lavoratori.
Secondo quanto riportato nella guida, una volta effettuata la valutazione dei rischi, è bene condividere le informazioni con i lavoratori, in modo da avviare un confronto, che possa essere utile nel trovare soluzioni concordate per gestire i rischi. Successivamente, il datore di lavoro dovrà approntare un piano d’azione, che consenta di contrastare concretamente gli effetti negativi dei rischi psicosociali. Anche in questo caso, il coinvolgimento dei lavoratori garantirà un maggior successo nell’attuazione delle misure individuate.
Le misure preventive e correttive da intraprendere, dipendono dall’entità e dalla natura dei rischi nonché dalle dimensioni dell’azienda. A tal proposito, la guida riporta alcuni esempi relativi alle seguenti criticità:
- Richieste eccessive: carichi di lavoro troppo eccessivi, scadenze irragionevoli, inadeguatezza all’incarico assegnato, sottoutilizzo; sono tutti elementi di criticità, che possono provocare notevoli conseguenze nei lavoratori. In questi casi è consigliabile esaminare bene i carichi di lavoro dei propri collaboratori, procedendo ad una redistribuzione delle attività.
- Rigidità operativa: non consentire ai propri lavoratori di pianificare e gestire le proprie attività è anch’esso un elemento di criticità. Una maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro è sicuramente da preferire rispetto ad un’eccessiva rigidità dei metodi di lavoro.
- Scarso supporto: quando i carichi di lavoro e la pressione sono molto alti, il sostegno dei colleghi e dei superiori può risultare molto importante nel superare le difficoltà del momento. Creare un ambiente lavorativo con un clima favorevole ed empatico, oltre ad aumentare la sicurezza sul lavoro, può risultare decisivo anche in termini di raggiungimento degli obiettivi.
- Discriminazioni, molestie: al contrario, quando il clima che si crea in azienda è negativo, si possono verificare anche degli episodi di discriminazione (per motivi inerenti le caratteristiche fisiche, la razza, il sesso, la religione, ecc…) verso alcuni lavoratori. In questi casi è necessario intervenire subito e risolvere la situazione, prima che la stessa possa degenerare.
- Lavori a contatto con il pubblico: in caso di aggressioni fisiche e verbali da parte del pubblico, fare in modo che i lavoratori sappiano cosa fare per tutelare la propria incolumità fisica e mentale.
- Conflitto di ruolo e mancanza di trasparenza: in caso di mancanza di evidenza nei rapporti gerarchici, può capitare che i lavoratori debbano rispondere a richieste fatte da più persone. Questa situazione può causare confusione e disagio, in quanto i lavoratori potrebbero non sapere quale compito svolgere prima. Chiarire i ruoli e le responsabilità consente di risolvere tali problematiche.
- Gestione del cambiamento: i cambiamenti improvvisi o imposti possono causare stress. Rendere i lavoratori partecipi dei cambiamenti contribuisce a ridurre tale rischio.
Infine la guida si sofferma sulla promozione della salute all’interno delle aziende. Fare in modo che i lavoratori conducano uno stile di vita sano non è un obbligo del datore di lavoro, ma può essere utile ad aumentare il livello di sicurezza sul lavoro ed a diminuire gli infortuni e le malattie.
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